20711263 - LABORATORIO DI LINGUAGGIO E SFERA PUBBLICA

Il Laboratorio propone un’introduzione al dibattito contemporaneo sul rapporto tra linguaggio e sfera pubblica attraverso la lettura e il commento di testi. L’obiettivo sarà di mettere in luce alcuni nodi problematici rintracciabili nei rapporti tra politica e linguaggio, nell' antropologia filosofica e culturale, nelle diverse tradizioni del pensiero critico.
Alla fine del corso lo studente avrà acquisito: 1) avanzata capacità di pensiero critico e contestualizzazione di tipo filosofico; 2) avanzata proprietà di linguaggio e capacità argomentativa in rapporto agli argomenti trattati nel corso; 3) capacità di leggere e analizzare le fonti e il dibattito critico.
scheda docente | materiale didattico

Programma

A cura dei proff. Paolo Virno, Marco Mazzeo e Federica Giardini.

Formazione e crisi delle abitudini: ethos e politica
I problemi politici della modernità illustrati da Hobbes o Spinoza possono essere affrontati ricostruendo logica e genealogia del concetto di «ethos». Obiettivo del laboratorio è la costruzione di una cassetta degli attrezzi in grado di analizzare quelli che potremmo chiamare «abiti del presente»: le modalità di comportamento caratteristiche, le passioni specifiche, i particolari modi di interazione sociale (e antisociale) tipici di questo scorcio di millennio. Qual è l'etica del capitalismo neoliberale del XXI secolo?
Per rispondere a questa domanda sarà necessaria una mossa teorica preliminare, comprendere con maggiore chiarezza cosa intendere con «etica». Meglio esser chiari: il laboratorio liquiderà l'accezione moralistica del termine (etica come moralità, norma che stabilisce il bene e sancisce il male). Proprio per questo, sarà necessario tratteggiare un identikit di partenza di una nozione che rischia, una volta espunta l'opzione moralista, di essere sfuggente. Una selezione di brani dalle Etiche di Aristotele fino alla lettura di un saggio del linguista E. Benveniste circa «l'uomo libero» nel Vocabolario delle istituzioni indoeuropee aiuteranno a capire l'intreccio tra ethos e abitudine, passaggio chiave sia per una teoria dell'agire politico che per un'antropologia linguistica. Qual è, infatti, l'animale che ha bisogno di abitudini? Ad aver bisogno di forme storico-culturali di organizzazione del comportamento è l'animale carente di istinti specializzati (Gehlen), la forma di vita che necessita di produrre i mezzi della sopravvivenza (Marx). Quel che i greci chiamavano «ethos» potrebbe costituire l'anello di congiunzione tra le due definizioni classiche dell'essere umano: i sapiens sono animali politici e gli animali che parlano.
Il termine «abitudine» rischia però di generare un equivoco, alludere a una ripetizione piana e appacificante, in grado solo di stabilire consuetudini. Il termine «ethos» sembra indicare, invece, un lato b del problema, una dimensione decisiva che stravolge quella consuetudinaria tanto cara all'empirista del Settecento o al pragmatista modaiolo del secolo appena trascorso. L'ethos è tale solo se è in grado di sovvertire, mettere in crisi, se stesso. In quanto abitudinaria, l'etica è la possibilità di mostrare il volto minaccioso e inquietante dell'abitudine («perturbante» lo chiamerebbe un Freud finalmente politico). Per questa ragione, il laboratorio indagherà due ambiti in cui l'ambivalenza dell'ethos raggiunge il climax: le prassi rituali e l'intreccio tra facoltà del linguaggio e la percezione del mondo. Il primo ambito sarà indagato grazie a un testo di uno dei più importanti filosofi del Novecento italiano: Il mondo magico di E. De Martino. La ritualità magica consiste nell'organizzazione di abitudini della crisi, nella formazione di strutture etiche (ordalie del fuoco, trance sciamaniche) anonime e collettive in grado di mostrare il volto spaesante della pioggia e del vento, del fuoco e del pensiero. Il secondo troverà banco di prova nelle riflessioni di L. Wittgenstein (Ricerche filosofiche parte II; Osservazioni sulla filosofia della psicologia) circa le cosiddette «figure bistabili» nelle quali è possibile vedere, alternativamente e in modo reciprocamente esclusivo, il volto di una lepre o di un coniglio, due profili umani oppure la sagoma di un'anfora. E se fosse la bistabilità, il gioco continuamente possibile di rovesciamento tra figura e sfondo, un tratto definitorio dell'ethos?
Lavorando su questi interrogativi, il laboratorio proverà a far ritorno al presente e alla sua ontologia. Con un obiettivo spavaldo che può fare affidamento su un lavoro precedente compiuto alla fine degli anni Ottanta (AAVV, Sentimenti dell'aldiqua, 1990): individuare alcune delle forme etiche tipiche del capitalismo linguistico-finanziario per adocchiarne le intrinseche possibilità di rovesciamento. Qual è il coniglio sovversivo che s'annida nell'anatra chiamata «vita nell'epoca neoliberale»? Quale anfora emerge da quel doppio profilo che gli entusiasti del tempo presente definiscono «formazione permanente» e «precarietà del lavoro»?





Testi Adottati

Verrà fornita una selezione bibliografica a cura dei docenti durante il corso del laboratorio.
Per ora è opportuno indicare almeno:

AAVV, Sentimenti dell'aldiqua. Opportunismo, paura, cinismo, nell'età del disincanto, Theoria 1990 (DeriveApprodi 2023)
Aristotele, Etica Nicomachea, passi scelti.
De Martino E., Il mondo magico, Bollati Boringhieri.
L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, parte II, Einaudi.
Virno P., Il perturbante contro Freud, in M. Mazzeo, A. Bertollini (a cura di), Sintomi. Per un'antropologia linguistica del mondo contemporaneo, DeriveApprodi 2023.


Modalità Erogazione

Il corso prevede didattica frontale; discussioni con gli studenti e dibattiti sugli argomenti trattati; presentazioni orali da parte degli studenti. La frequenza è obbligatoria.

Modalità Valutazione

La frequenza costante e la partecipazione alle attività comportano il conseguimento dell'idoneità.